la poesia
AL NORD I: nulla
54. cenerentola a Leda Guidi
E quando figlio del re la vidi là, cenerentola lassù,
all’inferno,
perfetta nella sua solitudine, splendida nel suo splendore
e vetta turchina del suo dolore,
vertice azzurro una vita in tutto il suo amore
e capanna della morte e della vita nel suo cuore …
nevica, sull’alpe nevica mentre il vento è una cetra.
55. nozze a Leda Guidi
Poiché eri così chiusa finestra del sole,
così circonfusa di lutto, così ombra triste nella tua vista sottratta,
ed io così ombra vana,
così privo di fede e speranza di svanire in luce d’amore,
dimmi perché, tu che lo sai, ti sei mostrata biondi capelli,
candida gioia in diafano specchio raccolta,
alba del giorno di nozze.
56. sole nero
C’era la casa, c’era città e c’era la grande foresta.
Silenzio e stupore nella grande foresta; querce, platani e cedri del libano,
e la quercia su tutti svettava sulla grande pianura.
Dove i suoi biondi capelli alla finestra, groviglio d’apparenze,
tumulto d’intenzioni;
e lo stesso è gioire e soffrire in vita ch’è morte in vita e morte congiunte.
57. gallo
“Non disturbare regina, riposa.”
Alberi secolari, neri. Voli di corvi. Voci lontane nel bianco silenzio.
E il canto di un gallo.
“Sveglia regina, non vorrei dimenticassi te stessa.”
Non ha tempo la luce poiché il tempo è la luce di una casa in festa di nozze.
La montagna sulla grande pianura. L’aurora. Rosse di pianto le ciglia.
Pensare, credere e amare.
Forse domani anche fare.
58. Eloisa
Ma quanto è grande il mare?
Amare è essere. Così Eloisa.
Lo sarai tu che presumi di essere tentando di educare lo sguardo
a guardare nel sole?
Guardare nel sole è abitarlo.
Dov’è la porta d’ingresso alla propria dimora?
Esserci è amare.
59. la città e il sogno
L’uomo che nasce due volte non divide il suo cuore
e non rinnega il suo corpo.
La città e il sogno, la casa.
Un modo lo sguardo che unisce in luce d’amore;
dov’era presenza e luce ora è nulla.
Ma il sole dalla terra sorgerà.
60. il sogno
Non essere così triste, anima mia;
non è più potente amore nel silenzio dei chiostri,
o dove la luce del giorno l’amata svanisce;
o nel tumulto dove si gioca ai dadi il possesso, e sempre si perde;
o dove ragione è la legge, e la più forte si sente ch’è falsa.
Nel sogno è voce più chiara la potente sapienza d’amore;
e un giorno sarò un uomo, nascerò.
61. filo
Sia dedalo e filo d’Arianna il tuo desiderio di casa.
Attesa l’assenza.
Segno d’un altro sguardo.
Seguilo, per sottrazione seguilo fino al cuore del tempo.
Oltre la morte la vita disvela l’orizzonte.
62. addio
Amore richiede per intero il consenso del cuore,
ed ama l’addio;
e l’addio l’attesa disvela sgorgando come chiara sorgente
il suo pianto che unisce in ombra di luce;
e disseta regina che rasserena il suo sguardo
mentre asciuga il suo pianto con i suoi biondi capelli.
63. sentiero
La sua donna cerca un uomo
e una donna cerca il suo uomo, è degno d’amore.
Vita mia, amali entrambi e lavora a costruire una casa.
Non guardare te stessa,
guarda come ti usa;
tu non sei che un pretesto, un continuo svanire.
Guarda nel tutto te stessa, è la casa che dura;
guarda nel tutto te stessa, tu sei l’unica casa che dura.
64. Cenerentola
Tu mi reggi come reggi le cose nell’aria
mentre cade la neve,
con il vento e senza il vento;
e l’aria che ora respiro è la morte, la mia.
65. finestra
E’ strano vedersi morire.
E’ strano essere una casa che piange il proprio continuo morire.
Chi può fermarlo?
Ascolta con gioia il suo pianto.
Il rosso silenzio del lamento del cuore è finestra nel muro del tempo;
e se tenti di fissarne lo sguardo
è il più bello, il più tremendo che abbaglia,
e non sai chi la doni questa sola misura del tempo:
una vita è una morte e una vita.
66. a Thomas Eliot
Nell’ora che uno non sa,
ma dopo che spera in nulla se non di continuare a sperare
e dopo che ha fede in nulla se non nell’aver fede, oh, allora,
quando così sia è l’unico dove poggi il tuo piede,
se l’attesa è veglia e lavoro così da essere nulla
se non suo compagno di scena,
oh, eccolo allora, oh, eccolo! nell’ora che lei sa,
il silenzio è un diafano uccello di pace che porta nel becco il fiore di loto
che porta memoria, la rosa, e allora e solo allora, oh, eccola!,
nel segreto la casa si mostra e nella casa si mostra la sposa
vestita di bianco nuziale,
coronata di candide rose.
67. casa
Casa è, e non da dove e verso;
è luce invisibile che abbaglia nell’assenso,
è intesa segreta, è trasparenza dello sposo e la sposa
ch’è specchio l’uno dell’altro,
che ora sulla montagna sgorga dalla roccia improvvisa come albero
e dalle foglie rasserena l’azzurro
sulla grande pianura,
ora come un miraggio svanisce e ritorna l’inferno del vano.
Vivere è fare, essere è amare, al suo ritmo il sentiero e la danza.
Chi può fermarlo?
neppure un dio lo potrebbe;
è la casa che lo forgia e l’abbatte,
e trasparenza è la voce che è fuoco e la spada che è incudine e martello.
E per quanto tu possa vedere,
mai potrai vedere l’inizio dell’essere uno sposo e una sposa
immobili, incamminati nel loro amarsi nel tempo.
Sole e candida neve, ranuncolo e nespola.
Chi la vedrà la fine del tempo?
68. anima mia
Così dopo la morte anima mia sei qui,
nell’identico spazio senza fine l’identica casa che dura.
Così anima mia tu qui sei, l’eterno e un’ombra fugace dell’eterno;
e una volta trovata la casa, anima mia,
perché stupirsi se piangi o se ridi: amore vede nell’intimo,
mostra le più segrete intenzioni del cuore,
agisce con la potenza del vero.
E qui mi guardo e mi vedo; ma laggiù ancora non mi vedo.
Vita mia, mi sorridi e m’inviti: devo ancora morire.
69. cetra
Trasparente e terso l’inverno prepara primavera;
e fresche e pulite, come di bucato,
nuvole chiare brucano azzurro, brucano neve, brucano luce
immobile, diafana e candida,
così candida da essere vera
brucano morte, brucano amore, brucano vita, brucano te.
70. edera
Avvinto come l’edera cresci compenetrato sguardo del nulla qui
con l’albero di giuda;
pioggia acida le tue foglie;
i tuoi fiori zone cieche sulle foglie, mani che le mani tagliano,
finestra
che dal nulla qui s’affaccia in ogni dove hai sapore carnoso di vita,
affratelli.
71. la mano che m’accorda
Lui vuole la sua strada, e tu la tua.
Così disgiunto in te la tua mano ora in nessun dove
in te m’accorda.
72. paesaggio
Quattro mura bianche.
Una casa qualsiasi, vuota.
Un letto per due, un tavolo, una finestra azzurra ed affacciata su
finestre d’altre case bianche e vuote,
che aperte sono nella notte luci,
cipressi verso la grande casa bianca, sulla collina.
73. tu così mi basti a Francesca
Cosa saresti dunque, morte?
Alle spalle un muro e davanti il buio
e tu, sì, proprio tu che null’altro voglio,
che ora qua ed ora là dal fondo nel groviglio la mia morte sveli
un tuo trastullo e incanto,
tu, mio amato nulla che così come mi vuoi mi basti,
tu sei un’ebbrezza sacra ed un gioco eterno di parvenze:
non ci sarebbe neppure la morte non ci fosse la vita.
74. stupore
Era duro l’inverno. Pallido il sole. Lunga la notte.
La neve i discorsi taceva. Perfino il torrente dei giochi gelava.
E c’era stupore.
Il padre il fuoco attizzava.
La madre la candida lana filava. Il figlio in silenzio ascoltava
la voce del fuoco e del vento.
E c’era stupore
75. nulla
Amata, nulla di te testimonia,
la mia duplice morte;
ma io ascolto e sento, guardo e vedo,
e certo e vero come nera poiana
costruisco il mio volo elegante sul mare:
il mio gesto è la tua presenza
e la mia forma è la tua figura
76. il tuo sguardo chiaro
alba come nebbia lo dilegua
un palpito d’azzurro fra le foglie
lo riconduce a sera
77. nostalgia
Dove la neve un tempo,
dove nel sole una volta l’aquila regina,
tutto uno squittio.
78. falce di luna
Infastidito dal gracidio di rane nell’acqua fangosa a sera,
custode della casa,
s’affaccia da nere nuvole falce di luna, pallida
d’improvviso stupore,
alba nel canneto.
79. autoritratto
(gennaio ’85)
Come fosse giorno di paga
come fossi signore delle stagioni
come tu fossi mia, tu nel nulla svanisci
come fosse tempo di prova
come fosse stagione della semina
come io fossi tuo, della casa socchiudi la nera porta
come io fossi tuo e dalle foglie sorridendo curiosi
il colore delle nuvole è quello del mare.
come io fossi tuo ora è tuo,
fanciulla che giochi con le stagioni degli alberi.