la poesia

AL NORD II: sul mare, parte prima
80. conchiglia

Morta che parli per morire nata,

dal mio orecchio destro odo la guerra
e dal sinistro il mare.


81. chiaro silenzio

Il rumore oscura la strada
e l’ora era nera ed immota.

Cenerentola si chinò su di me e i suoi capelli si sciolsero;
i suoi occhi nel tremolio celeste verde e lucente la sua immagine attinsero.
L’ora fu di nuovo turchina;
e mentre un chiaro silenzio mormorava dalla nera finestra
per me fu di nuovo orizzonte.


82. nudo
      a Lorella

Sorriso di chiaro mattino
i tuoi occhi che s’aprono.

Ti chini allo specchio.
Dischiudi, con gesto sovrano
e pudico
la nera cortina del cielo,
e da ciglia rosse di pianto
sereno sguardo di nuvola
candida,
diafana luce immobile – guarda

pettirosso nella bufera


83. l’indice eretto     
a Jenny

Anche quando non c’è fessura per il successivo,

anche quando piccoli ed incerti passi nella notte,
con te di simili amarezze
non se ne parla,
con te occhi da mezzanotte sulla strada
mani che le dita tagliano le tue mani della morte
che le porte della vita aprono,

regina dei pirati che inghirlandi la fronte di teste tagliate.


84. trasparenza

I.
La questione della spada frugava il suo cuore come il giorno e la notte.
Fu la notte ad avere la meglio.
Chi vinse ebbe nulla e fu polvere il resto.

II.
Né ascesa né caduta l’accesso alla casa del padre.
Fu cortese il portiere. La morte fu regina in persona
e la neve, abbagliando il rumore, di candore sommerse.
Fu morte per neve,
e fu bello morire d’amore per gli occhi del re.

Io fui di regina. Del re fu regina.
Poi regina fu sogno più reale di notte e di giorno.
Fu spada del mondo, fu luce dell’ombra in ombra di luce

III.
Mentre sulla porta della città dice addio al giorno e alla notte
è semplice trasparenza dell’essere,
è semplice esistere qui con te luce così chiara del mondo.

IV.

Amo te ancora più di te e di me, mia propria più intima vita, me e te;
e inizio a salire mentre il buono inizia  a discendere
e il bello inizia ad essere io,

luce così chiara del mondo.


85. ombra

Tu che come la mia vita amo
e presente e assente,
mia unica difesa che non può essere mia,
lascia che ti scambino per l’altra,
è la tua ombra e la tua fedele ancella,
e luce dei suoi occhi è la tua vita;

e intanto tu i presenti nel libro d’una vita scrivi
– e gli assenti.


86. azzurro

Nell’attimo è la mia gioia
se tu modelli me, amore.

Non più di tanto chiedersi chi disegna il tutto
o del domani doversi preoccupare,
un passo è te, amata, e l’altro è ancora te, amore;
e tu modelli me, mia vita, l’azzurro del tuo corpo,
e forgi il tuo paesaggio secondo le mie forme;
non per danaro né per giudicare,

nell’attimo è la tua gioia se io modello te, amore.


87. brocca

Diversa brocca una sola acqua,
la stessa di tutto la sorgente.
Ristoro di labbra innamorate,
è lei che il sole nella notte sta cercando,
è lei che splende ancora nelle tenebre,
è lei che invola e brucia ali di farfalla.

Diversa è la brocca ma una sola è l’acqua
ristoro di labbra innamorate.


88. il primo bacio

Lui voleva lei, quest’unico pensiero andò alla guerra,
e lui non era,
amore era il pilota;
ma dopo morto fu prima nulla, ed il nemico uccise,
poi non più pensiero ed ebbe il primo bacio.

E’ impossibile amare qualsiasi altra cosa più di te e me,
vita mia, amore mio, mia diletta, mia amata,

mio amore, te e me.


89. vino

Che silenzio in casa, e che pace!,
nessuno parla.
Che silenzio in casa, e che pace: uno parla,

e più ti mando giù più mi tiri su.


90. ad uno
      a Emily Dickinson

Falce di luna marina,
faro sul quadrante
con mezzanotte a nord e mezzanotte a sud,

invece del sole passi
e i fiori, un ribollio di candide rose marine
traccia la rotta

ad una, ad una.


91. petali

Umile e altera, maestà di candore,
si vergognano nel giorno le tue labbra che rose sbocciano.
E’ luce il tuo pudore, luce delle ore spegne.

Umile e altera, maestà di dolore,
s’affaccia nella notte il tuo sguardo alla finestra.
E’ luce la tua gioia, luce delle ore accende.


92. amore

Amara medicina, amore.

Che io maledica il gelo dell’attesa, questo mai sia:
se tu questo vuoi,  questa è la mia gioia;
ma tu, oltre la mia morte gentile fanciulla innamorata,

offrimi ancora nulla dalle tue labbra candide.

 

93. ebbrezza

Importa ciò che costa?
Importa ciò che vale!

E’ uno e più di mille i pregi di tal vino,
ombre di luce, e nulla più; eppure è il tempo.

Dolce medicina l’eterno.

 

94. primula

Per scrivere?
Per vivere tutta la mia vita io darei
senza rimpianto,
e se per questo tutto nulla serve,
per vivere nulla io darei, senza rimpianto,
e se per questo nulla serve scrivere,
per scrivere la vita io darei
senza rimpianto.


95. tromba

Tromba di vento marino, silenzio che urli nel mare
non previsto dai mercanti di bene e neppure dalla rosa dei venti,
non curi commercio e profitto, squarci le vele, spezzi il timone,
pieghi al marinaio le ginocchia e la morte riempie di pace;
strini le foglie del cedro, scrosti la piaga, la bruci,

spegni il rumore del picchio e la morte riempie di pace.


96. pioggia

Afa che opprime e non piove
e un flauto che geme;
è narciso,
il geloso
il peggior nemico di rosa,
ombra così vanesia
che oscura il volto del sole.

Padre, madre, fratello,
sorella cara,
piove musica di flauto nel canneto.


97. alba    
a Roberto Roversi

Luce chiara del sole
nero dell’alba,
fanciulla che guarda il mare.

Fanciulla che si specchia,
questo è il cuore che sa
e altro non chiede.


98. luna

Porta dell’inferno tu, pallida luna,
e porta del paradiso ancora tu,
spazzino del mare.
Passi e ripassi specchio del cuore,
finché il sole non sorge, e muori.


99. palmaverde  
ad Elena e Roberto

Qui che silenzio, e che gioia!
Ma all’osteria di fronte
oste ubriaco con figlio astemio;
e Lucia piange.


100. oro

Un libro aperto per ascoltare il mare
e poi  un amico a cui piace bere,
e poi nel blu la luna, argentea,
due amiche sul terrazzo,
biondi i capelli d’una, come sole,
neri dell’altra, come mezzanotte.


101. sofia

Ombra che porta la tua ombra per poter morire,
lui vuole te, vuole alba, vuole sole e giorno.
Lui sa della rosa la fatica del crescere e le spine,
ma non lui, natura sa le tue mani
chiare e luminose Così preziose le tue mani sanno
il come, dove e quando il sole risplende


102. soglia

Amata, che ne farai di me così vicino alla sorgente?
Che ne farai di noi così vicini a casa?
Vedere te, questo farai di me, luce dei miei occhi.
Io, e più di io me, e più di me, noi, e più di noi,
amore,  questo farai di me così vicino alla sorgente.
E tu così gioiosa dopo la mia morte,
che ne farai di te dopo la mia morte?

Sorgente della casa, questo farai di te dopo la mia morte.


103. musica

Mormorio di brezza marina
sul margine di limpide foglie,
è un fiume di diafane nuvole che sommerge la casa;
è un frusciare di seta di mani lontane,
musica per morti di fanciulla che tesse la sua tela.
Rispetto, apprensione, timore
e delizioso tremore.


104. sbornia

Armonia di flauti lontani,
il sole in un bicchiere.
Che sbronza l’oste e suo figlio!
Candore di fanciulla che canta per amore,
immensa è la sua gioia.


105. stradello

Sui monti ancora la neve, morte turchina,
lontana;
e sotto diafane nuvole
tepore di brezza marina,
candore di chiari
leggeri
precisi
passi di danza nuziale di re e di regina, nulla
che a nulla acconsente,
verde ubriaco
che ruba l’ombra alle foglie.

E’ un sentiero la neve?


106. triplice morte

Credevo che il prezzo fosse il rumore del picchio,
e con la sua la mia duplice morte.
Ancora non sapevo che dopo morte è me;
e questo prezzo è gioia

e giorno e notte è chiara ebbrezza d’aprile.

107. non per me

Ancorato alla triplice morte marina,
dove le asce impongono il loro silenzio,
dove le chiome di due amanti s’intrecciano,
non per me è la tua gioia. Sì,
tu non appartieni proprio a nessuno,
scorrere di linfa da radici di candida betulla,

tiepido venticello d’aprile che scioglie la neve
e primavera rinnova.


108. cortesia

Cercarti è ciò che è mio
ed è già tua grazia,  è tua cortesia;
ma trovarti
ed oltre la morte lodarti
solo a noi appartiene.


109. lode

Poi vennero, quando fu primavera,
carbonai con asce e con vanghe,
finché accesero i fuochi
e riempirono il mare di canto
ed il silenzio per tua lode rimase.


110. preghiera

Ti prego, sii generosa,
mai più io prenda in vece tua parola
Ti prego mia quotidiana morte;
non più, non meno.
Che possa reggerla,  che possa solo gioia cantare
e solo voce udire.


111. scala

Così è, dopo morte, salendo e salendo,
cieco sulla strada del nulla
guidato dalla mano del nulla,
più a te m’avvicino meno abbaglia la luce

La tua mano è vedere,
la vista inizia a guarire.

112. misura

Contro di me, sempre contro di me
mai colma è la misura,
eppure così umile,  eppure così amore.

Aquila ed allodola,
tu vuoi solo me e il tuo disegno è gioia.


113. barca

Espansioni e contrazioni di cardo nella mente
di mente non mia,
per niente più che morte,
per niente più che vita, per la sua gioia.
E continua a piovere, a piovere.
E continua a splendere, a splendere.
Tu così mite tiri la tua barca nelle pozzanghere

e azzurra pioggia di sole raccoglie i tuoi capelli.


114. sì     
a Samuel Becket

Sì, proprio qui
dove essere non dura che un attimo e nulla più,

ed è nuova morte, che dura
ed è nuovo amore, che dura

sì, tu sei l’eterno brivido dell’attimo
lei vuole sé per me

e nulla più, ed è nuova vita, che dura.

 

115. sì

Sì, come tu mi vuoi è già vedere te,
e se tu vuoi te per te è già morte
e mi riempie di pace;
ma oltre morte mi colma di gioia di pace
cos’è amore per te.

E me è te e te è me.


116. felicità

Come potrei volere te se già non fossi te
pur nell’assenza?
Oh, felicità!,
io voglio me per te, tu che vuoi me per me
come la mia morte.


117. cavalluccio

Oh, cavalluccio marino,
te prego,
cantami me
che canta la morte che canta la vita che canta l’amore …

te prego
che sai dov’è meta,
portami ancora sul mare,
cantami me
ed ogni alba ricantami la canzone del mare.

Oh, cavalluccio marino, con te nulla è perduto,
morire sul mare è vita ogni giorno d’amore.


118. rondine

no, no, … oh, sì!
sweet sweet

rondine nel sole
bruciare si guarda

dove sono le mani?


119. sì

Sì, luce e nient’altro
che in me di te stessa ti illumini a tratti,
che separi dal giorno la notte,
che mi vuoi del geloso la morte,
è re che cerca regina o regina che cerca il suo re?

Una vita è re e regina
ed è gioia l’uno dell’altro.


120. sì

Sì, grande invisibile mano
la cui gioia è il tormento
che insegna a pregare la morte
che concede la grazia del nulla,

crei ogni istante dal nulla
ed è cielo ed è terra,
sorgi ogni istante dal mare
ed è giorno ed è notte
doni ogni istante la luce
ed è ebbrezza di vivere


121. oh, amore

Quando silenzio non era
quando solo rumore s’udiva,
due e l’uno contro l’altro armati,

e lei in mezzo,  fra gli alberi vagava
i morti seppelliva e pregava, pregava …

oh, cavalluccio marino,
oh, amore.


122. candela     
a Maurizio Maldini

Che tu non più di morte
che tu non meno, amore

Così con te io morto
come il mio terrore, amore

Così chiara tu io vivo
possa tu mutare, amore


123. inferno

piacere a me ignoto è la tua ombra

morte tu sei, non io ebbrezza dell’esistere,

ma basta che io sia
ed è già mia ed è già mio l’inferno


124. canto

Non l’apparenza
Non grata di confessionale, il mare aperto.
Tu così crudele sei la morte, amore;
nulla esiste oltre le tue mani a me celate,
arpeggiano le corde della luce e del geloso è morte.

Tu così innocente mi dai la morte
mentre mi dai la vita, amore.


125. pioggia

amore contro morte infuriava
e trombe del silenzio
e polvere, ovunque polvere,
e lei così candida e mite voce di colomba

come niente fosse, in perfetta quiete,
come lei non fosse,  regina della pioggia


126. scricciolo

Chi canta i tuoi inni di lode?
Chi è del volere signore?
Chi ti conosce, amore?

Canto che sorgi dal mare con voce di fuoco
e se pace e gioia e silenzio regni nel cuore,
nient’altro che tua la grazia,

e merito è cenere


127. cilicio

Potrebbero anche le mie mani
ancora il lato sporco,
immondezzaio del cuore.
Cilicio al mio volere,  ora sei appena un attimo,
neppure,
e già del tuo sorriso è nostalgia,

tu che t’affacci a me e e …
buon giorno amore.


128. rugiada

notte come rugiada
e mezzanotte a torrenti
a diluvi
a lampi a tratti
e tenebre
e cenere dei capelli
e fango della polvere

tu mi conosci il cuore
come nessuno, amore


129. nessuno

dall’acqua marina sorgi perfetta nella tua solitudine
e sei grembo fecondo di vita
sei terra
sei cielo
sei amore
ed è vederti sole che sorge
ed è per tua lode che splende per chissà quanti – nessuno


130. pietà

Pietà è la tua mano,
e così tu splendi e sei;
ma solo mezzanotte così mite sei
così pietosa morte, amore.


131. pioggia

Pioggia di marzo fra gli ulivi
ad ogni alito di vento
e cenere della polvere…
non c’è vento migliore
e primavera ha bisogno di acqua
e ha bisogno del sole fra le viti
inclinato a crescere.


132. uno
Rofelle, pasqua 1991

Nessuno è un uomo giusto.
Più in alto della chiesa e del castello,
noi continuiamo a vivere
perché noi continuiamo a uccidere;
laggiù ci vanno alcuni
ma qua, sotto la terra, tutti.

La vita è una poesia
che continuiamo a scrivere
perché noi continuiamo a vivere;
e questa canzone triste è musica del cuore.
Uno è un cristiano onesto,
uomo di più antico stampo.

Cimitero di Rofelle,
anch’io ti sono venuto a trovare.


133. petalo

petalo di rosa padana

prima si muore
e dopo si vive
là dove per vivere
prima si muore

petalo di neve padana


134. dove?

sole con tendenza a crescere,
dirigi là la non più tua mano,
guardala come risplende

sole con tendenza a crescere
ma dove? se uno onesto non c’è


135. che sbornia

Riempi tutto il bicchiere di rugiada di marzo,
e che io brindi a nessuno mentre trinco per tre:
che sbornia! Io è perso nel mare
ed è mezzanotte perfetta.

La fanciulla più bella del mondo lo bacia,
sulla bocca lo bacia e lei gode,
del suo sesso lei gode, senz’alcuna lussuria.


136. fuoco

Non significare e neppure narciso, allo specchio.
Suo è lo specchio, sono le sue mani,
e sua l’ombra, è la sua immagine.
Dalle i tuoi occhi allora,
sono suoi;
dalle le tue mani allora,
sono sue;
dalle il tuo cuore allora,
è suo;
e giocando di specchio con specchio di cuore con cuore
con lei e con me, dalle me, significa lei.

Più intimamente lei è dove il silenzio è la voce
e le tenebre luce,
e la luce è gioia del cuore
e senso è il fuoco che purifica, amore.


137. nessuno

Nessuno mi conosce il cuore come tu mi conosci, amore;

e tu il mare sei, immenso
e sul mare tu sei il cielo turchese,
e nel cielo tu allo specchio sei il sole che accarezzandoti ti sfoglia verde,
ubriaca di mare e di nitriti di cavalli.
Nessuno così bene ti sa accarezzare
e tu sei una rosa marina brucata dove l’erba è più amara,
brucata da una pietra.

Io mi conosco il cuore come tu mi conosci, amore.


138. margherita

Padre, madre.

Qui, dov’è terra ed è cielo,
dove figlio è l’amore di un padre e una madre,
ti bastava guardarti e fiorivi ogni volta più bella
e splendevi ogni volta più a fondo.
e ai tuoi piedi cresceva il mucchietto dei petali.
Non lasciare che io conti le ore.
E’ tua, sfogliala tu la tua margherita,
affacciati alla porta di pietra come sole allo specchio
– e cenere la porta d’ingresso al giardino.


139. non ti scordar di me

Se gelosia e vanità invece di tenerezza,
vera è ancora un fiore, non ti scordar di me;
e  una fanciulla bella come il sole
è il suo cavallo bianco, e cenere è cornice dell’icona


140. finestra

Riverbero su vela come concavo specchio,

tremula luce lontana
da finestra di pietra, è vera nella sua intimità

tenerezza infinita.


141. uno

Di brocca in brocca…
Provando e riprovando nel fuoco le corde dell’arpa,
non due, nessuno, uno è vino verace, il migliore…
Di morte in morte lei si scosta i capelli dal cuore
ed offre le labbra …
– oh, che gioioso trillo di capinera!
ed il geloso costretto nella bara.
Di cruna in cruna lei si scosta i capelli dal cuore …
Nulla è così, ebbrezza infinita e ogni cruna è una porta
per la successiva…

Di brocca in brocca, provando e riprovando nel fuoco le corde dell’arpa,
uno è vino verace, il migliore.


142. lei, I

un grande silenzio
finestre la luce
interamente di pietra

e la città di nessuno
interamente costruita sul mare


143. lei, II

Il mare è il più grande dei fiumi
Immobile immenso e bizzarro, solo uno lo può navigare
Un cane corre lungo la riva Una fanciulla nuda che nuota
Un uomo una donna e l’uno dell’altro
Una canoa che scivola lenta
A bordo nessuno, una pagaia silenziosa come concave mani
E il platano è un cedro cipressino,
il tronco è una mappa marina
e le foglie una mappa celeste


144. lei, III

Una pietra è la porta del cielo.
Il cielo una porta sul mare,
la fanciulla dalle diafane mani.
Il colore degli occhi è quello del cielo e del mare.

Sono verdi i suoi occhi,
finestre di vetro purissimo, icone, polle d’acqua freschissima
sorgenti di un’architettura di luce;
e la luce ha il colore dell’erba
ubriaca del respiro del sole.


145. lei, IV

Lei è vera, nient’altro
Lei è mare Lei è specchio
lei è fiume di luce che sgorga da pietra,
fiume di voce che sgorga da pietra
Lei che si guarda allo specchio ascoltandosi
è canto
Lei che si ascolta allo specchio guardandosi
è incendio,
e fiorite entrambe le sponde


146. lei, V  
a Velemir Chlèbnicov

La fanciulla più bella del mondo è un mare di grano maturo
e mietitori che trincano vino
Puledri ubriachi sulla grande pianura
Orsi azzurri
ed ancelle nell’alone del fuoco
Canti
e danze delle sue ore turchesi

Un coro di lodi è la danza
e la pace è eterna
e la luce perpetua
è lei che si porta i suoi morti nel cuore come fuoco di concavi specchi,
are, urne come icone preziose

Lei è la sua lode, lo spartito che azzurra le ore


147. autoritratto

Riempiva il cielo del suo canto di mezzanotte
ed era un incendio il sole.
La capinera cantava come un usignolo, ed era.
Ma la serpe nell’erba si nascose, ed il vanesio credette fosse sua;
ed io di nuovo qui, un muro al posto della porta
e la fontana muta nel giardino
e la sorella cieca nel giardino.
Eterna mezzanotte,  scrutami tu il cuore, riprendimi pietosa a nevicare

candore che morte seppellisce.


148. sisifo

Più a me m’avvicino,  più a te m’avvicino
e più tu sei – polvere, poiché tu mi conosci
a cruna a cruna,
e la porzione di mondo che ci separa s’assottiglia
e più gioioso è – nulla.

Il lavoro di Sisifo  è morte,
ed è creatura a lampi, a tratti, il premio.


149. pioppo

Mite stormire lontano,
tu sei come uno esiste.

La tua voce è labile, ma chiara e vera
é faro, e il tuo richiamo canto.
A te come a me stesso io ritorno,
a te che umile t’inarchi e forte poi saetti
nell’aria tremula fra cirri arancio ed oro
il sole.

Commuove il silenzio della sera.

150. aquila

E come appari, nera, solitaria
regina dei cilestri monti,
un lampo,
e la tua ombra oscura alla serpe il sole.


151. cicala

rombo di tuono e lampo nero nella notte nera
e tutto tace poi, sereno

turchino il mare
e nel turchino come se nulla fosse, come tra sé
silenzio perfetto senza stelle

ed eco canoro mormorio dell’onda ed una tremula cicala,
voce
ch’arpeggia le sue ali nere


152. crepuscolo

Svettano pioppi sulle opposte sponde
e un punto nero
un’ara, nel rosso incendio ed oro

S’ode un silenzio commosso, sacro, nel tremolio dei fili.


153. la tessitrice

Di neri fili ordisci la tua tela
e tessi non vista la tua trama,
poiché come tu sei io non sono
e splendono i tuoi riccioli d’oro.
Tu fai della mia vita la tua tela
poiché come tu sei io sono
e splendono i tuoi riccioli neri.


154. autoritratto 3/8/85
   a Salvatore Jemma

Poiché io
Poiché io volli
Poiché io volli fino a te tornare
là dove tu sei ed io non sono

Poiché io di presunzione pieno
di pretendente,
merito ed ardire
dove nessuno di pretendente è premio,
così l’eroe eponimo,
costante, luminoso così settuplice
canto d’asce è tu
e tu di te presenza ed io nulla ho

Ti scolerò fino in fondo, morte
ma dove andrò ora sul mare?