NORD III/IV. fucile e tenerezza, canto

 367. fossone     a Roberto e Paola

Uno fa quello che è
il canto di un’ape regina, il fare d’amore, libertà.

Il fosso precipita a valle preciso, puntuale, esatto come a noi corrisponde
e canta
per briglie scroscianti, gorghi, turbinii e spianatelle,
e sempre mutando diviene ed è, e prima non c’è e dopo non c’è,
l’eterno presente, il mutamento;
e di giorno in giorno mentre scorre da fonti diverse entrambe le rive [fiorisce.

Uno è la vita che fa della voce del cuore d’amore,
il canto di un’ape regina, libertà.

368. Rofelle

Rofelle,
un piccolo villaggio è l’anno delle stagioni,
il filo dell’attimo eterno che scorrendo oltre muta e mai torna,

e non è merito esserci e non è merito fare.
Grato del dono, a te appartengo e interamente mi dono
al tuo eterno ritorno.

369. spianatina

Specchio celeste, azzurra diafana pioggia di sole,
fine paesaggio d’amore terreno, tremulo:

gioventù è eterna perché non torna più.
Con tenerezza te canto; e mi soffermo con gusto mentre scorro un po’ [incerto
e imperfetto mi ascolto
e sereno mi vedo nell’aria cilestre che sussurra un flebile canto.

370. cerro           a Maurizio e Emanuela

Creatore e creato, creatura di luce scorro perfettamente mortale,
divino:
è natura che crea una nespola, una giuggiola, un campo di grano,
uno scricciolo,
il canto di un’ape regina,
l’albero luce di noi sacra radura che dopo di me non c’è più.

371. capanna

Povera dimora celeste, humus nuziale di aspra natura, canto.

Distillata da tenebre parola, aurora e sole, luna e stelle,
un capriolo guardingo nel magico bosco incantato,
la mia capanna è la gente, divina radura, la più antica nazione, libertà.

Ginepri, salici, quercioli e nespoli, maggi e cornioli …
indigeno, generato dal villaggio dove dimoro. Nomade, libero.

372. stelle    a Angelo Barberis

Stelle, così come muta l’origine diviene
di stagione in stagione. Di era in era

vi ascolto nel tempio grande quanto il mondo
di padre madre natura, il flauto di pan, il canto.

373. flauto

Il cammino sul canto, la danza.

Neppure uno, nessuno è difettoso nel piede.
Bene cammina uno per come a lei corrisponde,
e danza per come a noi corrisponde. Fratello e sorella.
Liberi, amanti, è sempre lo stesso mistero di terra e madre natura
che crea il cammino, il canto, la danza.

L’amore rende liberi e uguali.

374. farfalla

Colmo di delicato stupore,
l’ascolto della voce crea il canto nel cuore

e il canto crea la radura e la radura crea la danza
di primavera, d’estate, d’autunno e d’inverno
in noi,
umani, terreni e divini,
tremulo segreto paesaggio d’incanto d’amore,
meraviglia del vivere danzando, gentilezza commossa,
con grazia, sentimento, passione e stupore,
con tenerezza,
una farfalla, la vita prima e vera per sempre,

un petalo
dell’origine che nevica dalla sorgente del tempo.

375. orto

Da te con fede vera mi crei mentre in me crei un canto corale,
un paradiso,

una diafana voce che danzando traspare te, fare d’amore,
cammino del cuore,
gioventù che ogni anno ritorna foglie d’alberi come lucciole
stelle del fare del cuore;

da me con fede vera ti creo mentre in te vedo un canto corale,
un paradiso.
Umani, come padre e madre natura ci vogliono.

376. enigma

Ogni foglia che si spegne come farfalla cade
sulla terra generosa che nel suo humus l’accoglie.
Così continua a mutare nutrendo nella terra la vita.

Di anno in anno, di passo in passo, di fiore in fiore,
lucciola del giorno con sentimento e passione, farfalla,
anche morendo la tua danza illumina le tenebre.

Il segreto è un mistero per chi a te non appartiene.

377. cunicolo a René Char

Grazie madre.
La vita che rimane solo per me, il potatore,
mia tomba, mio grembo e mio germoglio coltivato con amore
in te che prima e oltre la morte eterna scorri,
mia diletta, mia radice, mia origine e mio sentiero, mio orizzonte,
[mia chioma
e mio destino da te filato con amore,
ho scelto te perché te hai scelto me per vivere oltre la morte.

Grazie padre. Indigeno per sempre e nomade per dove mi conduci,
una capra, bruco nettare di edera, libertà.

378. nocciòlo

Integro, senza menomazioni.
Fiorito nella chioma, vivo alla radice, tutti voi in lui, padre,
filo di humus,
natura di nòcciolo cresco, vedo e mostro il mondo come lo vedono
[le foglie,
e gli alberi parlano solo dove tutto è fantasia:
tutte voi in lei, madre. Filo di ombra di sole e grano maturo;
vivo nella chioma, fiorito alla radice.

Amare nella vita è la luce del fare del cuore.

379. petalo.    a Fanny Fedon

Come padre e madre vollero noi,
natura.
Umani, perfettamente terreni, divini.

Nettare, come ape e fiore.
(10/11/’17)

380. nocciola

Se tu sei te quello sono io.

Salubre, sei la mia salute e sei la mia malattia
e sei la mia guarigione dalla tua salute, la malattia.
Grato, comunque sei il dono stupendo della vita, e anche la morte sei.

Salvo dal vano il nòcciolo schiara il tempo fra i ginepri e fiorisce
[primavera.
Mano nella mano a te interamente mi affido, mi dono, macerata
[nell’ombra parola
meta origine cammino, espressione, luce e destino:

se io sono io quello sei te.

381. stella del nord, una

Me e te è lo stesso ha aperto la porta. Noi.
Finalmente sempre oltre un’unica stella. Una.
L’origine si avvicina, mio giorno, mia notte, mio sole nelle tenebre,
passo dopo passo sempre verso l’origine cammino. Oltre,

bosco radura di ombre di alberi di luce,
vivi come vive natura, il nostro naturale destino.

382. crisalide

Mentre muoio alla morte
tutto il mondo in me sorgo, tramonto e risorgo.

La mia fine è l’inizio, il mio inizio è la fine;
filo di pane scorro la vita di una crisalide sempre perfetta
[alla prova del volo
– terrena, e il segreto luminoso diviene.

Il segreto si tesse mentre di uno in uno matura in tutti noi me
melagrana del fare del cuore:
una è, fu ed eterna sarà unica prima vera in tutte le sue stagioni, amore.

383. Rofelle 12/12/08,           a Celeste

Non per deserti campi.
Ci sei, mi basti, mi manchi; e ci sei, vita.

Fare. In te vivo la rima cuore amore, capanna, villaggio e fiore
luminoso diafano, il segreto, il focolare, il miele.
Il mistero è l’espressione che a tutto appartiene
così come corpo cuore mente fare te a te corrisponde,
vita.
Vita mia, con vera fede vivo non pochi, unico e tutti, noi
petali del mondo villaggio esattamente grande come il nostro amore
violino e archetto, e ombra corolla del sole celto-italica danza …

vita, mi manchi, ci sei e mi basti.

Frottola
384/1. verga

Natura ingenera un fabbricante di frottole.

Per vissuto, non unto,
creato da me dal nulla, un creatore.
E che altro sarebbe pane oltre un cielo, una terra ed un
albero creato creatore come natura?
Ginepro, corniolo.
A pieni polmoni, aria sana che vede me ancora incerto
ma non scampato, guarito per sogno, per gioco, per fuoco,

per vero, nespola sei incoronata regina del mondo intero,
natura,

385/2. frottola

Ci provo. Alla maniera di me, la mia.

Padre cielo e madre terra, il creato è la vita che scorre
mentre gira la ruota del carro e creatura diviene;
la capanna è il bosco
e l’onesto lavoro è la luce della vita che ancora mi cresce
qui dove vivo un uomo, creatura terrena, una vita, la mia fantasia.

Albeggia,
e non volo, starnazzo in te, mia contadina, nei campi a lavorare

386/3.l’ aurora

e filatemela tutta, parche, perché il filo mia patria mi basta.
Il mondo intero, libertà;

e di frottola in frottola come si streccia s’intreccia,
e come s’intreccia si streccia la mia terra, te, scelta, sorte, fortuna, destino;
e come a te appartengo mi tramonti e
come a me appartieni dalle tenebre mi sorgi
e mi fili tuo diadema tua corona tua corolla di nespola,

387/4 diamante:

Chi mi intenderà? Per strade dove non più solo io cammini,
chi mi guiderà?

Padre e madre in me voi ritrovati mi guiderete, come vi amate.
L’uno senza l’altro la mia morte. L’uno con l’altro la mia vita.
Come vi amate,
come voi con amore vi cercate vi trovate,
me trovate, noi trovate e ruota attorno al suo asse questa terra
e la stagione viva non è vita da morti appesa al chiodo
e meno ancora sul muro, crocefissa.

L’uno con l’altro, vita. Padre e madre, figli, fratelli e sorelle,
la notte fiorisce l’aurora alba dell’unico tempo: uno, una
vita come natura vive la vita,

388/5. violetta

del pensiero del fare del cuore,
come vivo scorro e creo il cammino,
primula fiorita dal bulbo del cuore, prato verde di primavera.

Ci sono e il mio esserci fiorisce me per me e per te, per noi,
bucaneve, primula, ciclamino,
vita concepita dal cuore dell’inverno nel ventre della terra, natura,
zolla, fessura, lacerazione, squarcio, seme e germoglio
filo di luce te per me e per te, e te ci sei,

389/6. attesa,

desiderata, a lungo perseguita e trovata
per come mi intreccio in te mi streccio, e per come mi streccio
dal prato il sole che sorge m’intreccio in te,
diletta, perduta e ritrovata il giorno che fiorisce il tramonto
alba del tempo una notte e giorno, tronco rami chioma,

cimino della radice,

390/7. torre,

fare me e te, vedere te, pura trasparenza, veste.
Niente di più e niente di meno, un trovatore
di corrispondenza puntuale come l’acqua di sole del torrente;
precisa, esatta, come a noi corrisponde, secondo coscienza,
sapere di noi,
humus,
consapevole a te aderisco, mia più intima guerra e pace; a me aderisci;
e come ti radichi in noi sublimi la terra al cielo
e come traspari in noi fiorisci la terra del cielo.
Torre, una sola espressione
e tutto le appartiene.

Sei mia perché mi manchi,
mi manchi perché sei mia:
oltre andare perfetto che gira la ruota delle stagioni dell’anno del sole.
Vertigine sublime, l’eterno, il vero.

Ti manco perché sono tuo,
sono tuo perché ti manco:
oltre il ponte arcobaleno stradicciola diafano azzurra. Turchese e celeste.
A te interamente mi dono mentre a me intimamente ti doni;
a me interamente ti doni mentre a te intimamente mi dono.
E mentre così ci cerchiamo per vivere, così per vivere ci troviamo;
e come natura trascorriamo quel poco di tempo che il caso di fortuna
ci dona.

Torre, vedetta, custode,
scricciolo e capra, ginepro, giunco e grillo, poiana e giuggiola,
in me ti trovo, ti scelgo
e a te sottostò come la terra sottostà al cielo,
a te sottostò come il cielo sottostà alla terra e all’anno intero con le sue
[stagioni.
Frottola, scarabattola, con tenerezza,
creatura, natura umana mi ha donato il fare la diafana strada del cuore.
Respiro noi,

391/8. scarabattola,

e quando la vita muore anche la morte muore.
Soffiami pure attraverso i miei monti vento del nord:
vedo perché faccio quindi conosco il cammino del cuore.
Quando la morte finisce anche la vita finisce,
e la tramontana che scende gelida, diafana giù da Pian della Serra
è la voce flautata
d’un’antica pianura:

signora delle foreste: una sola terra: amore, ed una sola patria: libertà.
Una regina, il suo re.
Pane e focolare, dei penati, quando una morte inizia anche la vita muore
ma quando una vita vive anche una morte vive
in questa incerta, fragile, tenue, da mani pulite dal vento protetta
capanna di neve,

392/9. candela.

La vita si streccia dal cuore come s’intreccia un filo d’amore,
pane,
l’ombra che traspare la luce che splende, la voce che parlo
mentre di me e di te ardo e mi nutro e le tenebre illumino
di quel tanto che basta a una semplice vita creatura terrena.

Come natura,
senza malizia, trascorro flebile luce sempre incerta nel vento,
finalmente mortale non sfuggo la morte: mentre al nulla muoio rinasco
e già il nulla mi aspetta, ma

393/10. lepre,

ripeto: non sfuggo, m’acquatto fra l’erba, dono al tutto
la vita nel tempo che immobile cambia
e chi sta fermo s’inganna e consiglia male la fretta. Sottostare,

mia luce nel cuore, il tempo è il paesaggio di amore,
un arcobaleno stupito di vita sul mondo

394/11. io vivo

divenire mortale, come natura, perfetto, divino.
Chi vede la luce muore e vive la luce.

Iniziato al bene per puro amore, credo in te e dono a te corpo,
mente, anima e cuore di me vivo nel mistero dell’unica fede,

come natura, amore.
Totalmente mi affido: me è te, te è me solamente terreni, finalmente
[divini,
la vita. Mutare è la luce,

395/12. con me,

fabbro torto e ritorto in molti intrecciati in uno dal filo d’amore.

Rofelle,
la mia terra è questa verde valle boscosa
ed è questo fosso che su nella Zucca dal cuore mi nasce
e mentre scende l’acqua mi cresce come un’anguilla che scorre
in molti intrecciati in una vita dal filo d’amore
per sogno, per gioco, per fuoco,
per me, per te, per tutti noi solo un filo del libero fare il mondo del cuore.

Poetuccolo di campagna, forse; canestraio, fabbricante di frottole, forse;
ma il tuo volere di me mi colma e mi sazia.

 

396. celeste collina

Crisalide, nel focolare arde.

Tira avanti e sta contento, così mi disse mia nonna in sogno;
e facci un viottolo con quel remo
come fosse una roncola, una vanga ed una pala per spulare il grano.
Natura, non c’è altra misura del mondo.
Così mi diede mia nonna in sogno
la mia roncola, la mia vanga, la mia pala per spulare il grano;
e tiro avanti in sogno
e come riesco sto saldo e fermo e fremo d’amore in questa roccia.

Mentre il focolare arde farfalla risorge.

397. testa di morto

Sfinge,
terra che freme d’amore incatenata
in questa roccia,
farfalla nel suo nunziale volo di morte,

passando per Acheronte
ogni volta che arde farfalla risorge.

398frottola          a Stefano Delfiore

A René Char, maestro.

Mi culla con le sue canzoni il tenero inverno
e mi scalda il tepore materno della candida neve paterna
e il vento mi porta un dialogo fra esseri umani nell’armonia della voce
[fraterna:
il fosso che scorre a Rofelle ogni passo sa scegliere perché comprensivo
[ed umano.

E’ un’era che nevica sulla boscaglia, e la caccia è perpetua, ma il fosso
[non gela.
Maestro, reggiamo il tuo passo; le api ci nutrono e il miele ci scalda
e nessun armistizio è possibile per la pace nel cuore.

399. solco            a Piero

Ciò che amore non è, cuore, intelletto e senno non ha;
vita non ha.

Io sono l’immagine sogno, il vessillo del mondo, il vero,
l’azzurra espressione di noi sulla terra;
io sono il sentiero segreto del tenero fare un incerto germoglio
di un chicco di grano maturo,

il mistero del cammino appartato che procede da sempre con te,
l’andare della pace nel cuore che oltre la morte conduce
in eterno, amore.

400. vomere

Libertà e destino. Umano,

la morte non vede me, l’aratro che rovescia la terra e mostra il reale,
amore;
e chi non corrisponde vita non ha.

401. paesaggio

Volere un solo cammino, sentiero d’amore.
Cuore innamorato, lucciola, fare a partire dal fondo, da me, candela,
stradello che dal Castello porta al Cimitero
e che poi divenne piccola strada per carri, viottolo.
Più giù del Castello rimane ancora la Chiesa; più su il Cimitero,
e più in alto la Zucca,

e da qui paesaggio sublime, vertigini di vette ben fondate sul vero.

402. orizzonte

All’orizzonte.

Senza di te per me nulla, la terra;
senza di te per me nulla, il cielo;
e la mia vita vissuta con amore la dono a te
mentre tu la doni a me;

e così il viottolo procede all’orizzonte,
la carretta che tiriamo per un po’.

403. futuro        a Silvia Martufi

Quello che uno di noi è, amore,

anche l’altro per sempre sarà: l’origine, l’orizzonte, liberi, inafferrabili, evanescenti
come nelle brume l’ombra di una farfalla in mutazione perenne,
sempre uguali a noi stessi, indicibili.

404. frottola

Non più straniero, sorelle e fratelli.

Giorno e notte?
Una luce diversa nel cielo, una vita diversa sulla terra;
e l’ombra è verde e turchina, concreta e precisa, crepuscolo sulla pianura.
Dal pendio nord dell’Alpe sono arrivato. Il sole dà la vita e dà la morte;
e come in cielo questa terra fiorisce amore, questo lo sanno le sue rose
e le loro spine.

405. crepuscolo

È la vita o la morte,
ed è la vita e la morte.

Il nettare guarisce l’anima.
Il sole da la vita e la morte

406. forcone

Perché ti amo? Troppo umano?

I morti di peste nel rogo bruciano,
i nemici sul bordo del calderone sgozzano.
Poveri saputelli, cretini, vale più la gentilezza che la frusta e la cavezza.

Questo è un perché ti amo.

407. gallina

Le foglie baluginano
ciò che le radici nei rami che sussurrano.

Gallinella che razzoli nell’erba, qui c’è solo fantasia, intuizione, senno
e lavoro con rispetto, per analogia.
Gallinella che razzoli nell’erba,
tu sei la frottola che il gallo canta mentre la gallina fa le uova in mezzo
[all’aia.

Nell’erba una serpe striscia fra salici e giunco.

408. prato

Per analogia, con fantasia.
Sotto gli occhi di tutti, ma solo uno vede
la serpe che striscia nell’erba fra salici e giunco.
Ha imparato e mostra la strada, se verranno.

Grato all’erba, alla serpe, al salice, al giunco.

409. serpe            a lui

Onesto? Uguali, perché differenti:
il caprone alle capre; e alle pecore il lupo, assieme al pastore.

Rovesciato,
una serpe striscia fra l’erba del prato con le radici nel cielo:
chi si guarda con bene, con bene si vede.
Terra e cielo, sole e neve, e acqua del fosso
con granchi di fiume e barbi da fondo. Una lasca,
io mi trovo bene qua, vivo, nella terra viva fra salice e giunco.

Onesto, nettare divino.
Degno d’onore, il canto di un’ape regina italica mi basta.

410. due nuvole   a lei

… così come fra le brume invernali
sulla vetta cilestre dell’alpe nevosa giocano
due nuvolette candide, diafane, trasparenti nel sole …

assieme leggermente portati dal vento,
il sentiero, il cammino del lavoro di amore, un’ape e un fiore …

411. stella del nord

Chi potrà mai separare due metà di una mela?

Flebile stella del nord che al tramonto risplendi lassù,
è il ricordo di te che ogni notte ritorna
mentre in me ti guardi e ti vedi che splendi quaggiù
la luce che mostra la strada del cuore.

Chi potrà mai separare la terra dal cielo?

412. ranuncolo

Come vive il ricordo di te, il vento.

Sottile arte piacevole del conversare nella lingua dei padri.
Verde sole fradicio di primavera
e diafana corona di nespola, incamminati all’aperto:
la mia terra è la mia gente guerriera, è il tempo prima di maggio,
il tenero aprile dal profumo crudele di tutti uguali
perché tutti diversi.

Ranuncolo e nespola.

413. a Giovita Scalvini

Fratello, sono arrivato.

Bello è quando stranieri si gira in città sconosciute per scambiarsi qualcosa di onesto, per osservare costumi di altri, per conoscere gente o anche solo per ammirare campi e fabbriche e ben disegnati villaggi e case ben costruite e donne che mi volto ammirato a guardare; ma è ancora più bello, quando cala la sera su le cime dei monti da sempre a me familiari,

lo stupore come di te ora,
gente franca, sincera, leale.

414. respiro     a Paolo Faccioli

Libertà,
un’azzurra formica alata luce dell’ombra che vive ombra di luce,
terra,
tu eri il peso che non reggevo, patria, culla, nido, orizzonte, fucina,
celeste crogiolo dove ascoltare la voce di una vita,

ranuncolo e dimora di frasche di sole, libertà.

415. grillo

Male detta è comunque morte …,
bene detta, con ritmo e armonia, è sempre vita. Con amore,

e per l’onesto l’onore è oro, canta nella notte dentro il suo castello
[un grillo;
e nel canto ridà la vita alla terra che gli dà la vita.

Le api ronzano sole d’aprile di tiepida neve azzurra nel boschetto
su nella zucca,
dove con sentimento e fantasia la mente parla il cuore – che approva.

416. briglia

Tesoro.

Gioventù ogni passo vivendo si conquista,
canticchia nella valle di Rofelle il fosso mentre cade giù dalla briglia
e la poiana intona l’acuto contro canto su nella zucca
e il grillo strimpella il suo violino azzurro dentro la terra,
e nell’acqua del gorgo la biscia danza per il tempo che ancora ci sarà.

Nel verde la rana ascolta.

417. poiana

Reggo il tuo passo. A noi sottoposto, grato di esserci.

Evoluto progredendo oltre, ricco d’onore,
mi lasciai andare con le ali aperte sul tiepido vento, onesto;
l’aria cilestre del nord mi reggeva sull’azzurro paesaggio.

Grato alla vita che mi ha dato tanto.

418. pettirosso

Le mie ali,
nascere e morire per continuare la vita che per sempre sarà.

Scesi in cima in cima dove non c’è più dopo e prima
mentre salivo in fondo in fondo dove non c’è ancora un albero al mondo.
Nascere è morire; e vivere è continuare a morire ogni istante vero, umano,

il divenire della vita, la vita per sempre che sarà.

419. frottola

Perché nato, cammino vivo, umano, mortale.

La capra mi bruca un’erba del Nord:
ogn’uno una libera terra, quest’aspro cammino e canto
della pace nel cuore della mia antica gente guerriera. Nevica.
Grato alla vita che mi ha dato tanto,
ricordo ancora quando mia madre seduta al telaio
il tempo tesseva e la vita cantava …, cantava

la mia patria il mondo intero e la mia terra libertà.

420. aprile

Un azzurro violino le api su nella zucca.

Diafano, ebbro di noi, respiro e il tempo nevica
un contadino che crea la sua terra, e poi un guardiano … e un viandante
che per strada ha la salute e per direzione te.

Bianca neve, la vita nevica un campo, una valle e un tiepido sole,
me e te.
Oggi le api giù nel cuore t’incoronano d’amore.

421. albeggiare

Morire alla morte è nascere da una terra una vita.

E’ verde questa collina;
verde scuro, il canto profondo di un’antica foresta del nord,
dove la gente si chiama per nome
ginepro, pettirosso, scricciolo, poiana, corniola e celeste collina.
Come da morti diventano erba, così muore la gente;
come per nome si chiamano uomini, così vive la gente;
come aratri di madre natura, così cammina la gente;
come stagioni dell’anno, così trascorre la gente.

Mai visto così chiaro,
di certo timidamente albeggia sulla pianura.
Padre, sono tornato il verde che sale nelle foglie dalle radici.

422. volpe a René Char

Partigiano, la tua rossa bandiera.

Appoggia il capo sulle mie ginocchia mia volpe, tu mi basti,
tu che sei l’anima della valle, il cuore che di cascata in cascata vi scorre,
i campi e i boschi lungo le rive, la nebbia sulla pianura,
la trama di un villaggio mia a lungo cercata mano di donna
accorta, prudente e fidata nei capelli;
e sulle tracce del tuo cuore di cerbiatta timida e curiosa
aprano le mani di un amante il sentiero dove ti sottrai e ti offri;
e se non c’è speranza di un’ascia che vinca la rapace solitudine
di tutte le bandiere, ci sia almeno un albero
che possa difendere dallo sparviero il pettirosso e la capinera,
un bosco dove la lepre trovi rifugio dai mastini infoiati
e dai richiami dei corni;
e se non più di questo posso sperare, piccola volpe libera e fiera,
questa fiducia io la ripongo nel fucile della tua tenerezza.

Laborioso e sincero, onesto, coraggioso; la morte decide la vita.

423. frottola

Poiché siamo nati viviamo. Tutto e niente, un modo.

Metà del mondo è notte;
l’altra metà è luce, il frutto della notte: la mia scena, la mia ombra
[e la mia figura
che da sera a mattina passerà.
E ci voleva tanto per capirlo?
Quel tanto per arrivare al tutto ben maturo, al poco che è frutto della luce,
la mia scena, la mia ombra e la mia figura che da mattina a sera passerà.

Poiché siamo nati moriamo, e tutto e niente lo stesso.

424. nettare

Ti offri mentre ti sottrai, ti sottrai mentre ti offri, amore.

Scorrendo di fiore in fiore come ape e fiore,
uno per te vuoi me mentre io voglio te per me amata e amore.

Diversi di verso in verso, mortale per un attimo eterno,
scorrendo di fiore in fiore la musica del fosso, il fare d’amore,

ti sottrai mentre ti offri, ti offri mentre ti sottrai, amore.