NORD III/V/I. fucile e tenerezza, capanna

425. scarabattola

Vivere senza vita dentro la vita?

Passato l’inverno inizia la chiara stagione
e il freddo si scioglie in prato, torrente e tiepido sole
che sboccia l’argilla in farfara in fiore
ed un salice che azzurro gorgheggia: Valeria,
ti amo di cuore.
Già si annuncia l’estate, il timido nespolo azzurro
fiorisce il frutto gustoso dell’oggi che c’é.


426
. scoiattolo

Non importa più nulla, ritorna il gusto di vivere.

Patria mia,
il bosco è il villaggio dove gli alberi dimorano;
ed uno scoiattolo piccolo, accorto, prudente e fidato,
un ospite e un povero, un supplice,
i tuoi sentieri cammina.

Un bucaneve timido e grato fiorisce una terra;
una, da sempre per sempre non più.


427. farfara

Cuore mio, torni primavera alla campagna.

Ogni stagione è la tua melodia,
e questa timida armonia di api in festa su violette del pensiero
e corniolo e fragole e nòcciolo,
la tua prima vera veste di gala,
è lo stupore che diverso di verso in verso il nostro amore rinnova.
Ognuno fa la natura che è mentre fiorisce la campagna.

Timida la terra risveglia primavera che torna
con noi che torniamo alla campagna.


428. scarabattola

Maggio fiorisce anche il nespolo.
La vita che muore passa la vita che passa e rimane,
mani salgono dal pozzo passi come radici.
Ogni foglia è una finestra che vede me e te,
l’acqua del fosso del sangue, la vita che vive

e passa la vita che passa e una rimane.


429. scarabattola

Passi come radici fioriscono il nespolo.

La vita che muore passa la vita che passa
e il nostro amore rimane la vita che vive;
per sempre uno rimane una finestra e un fiore
del nostro amore.

Ogni fiore una, finestra del nostro amore.


430/1. scarabattola

Il fosso scorre, non cambia.

L’ortolano lavora la sua terra,
un campo santo, pattuito e intangibile, più che arcaico,
ancestrale
ed esatto nella misura giusta del tempo;
e nell’orto del bosco sul nespolo in fiore l’azzurra primavera
pioviggina l’arcobaleno diafano vero

mentre per stradicciole e sentieruccoli timido il vento sussurra
Gabriele e Valeria,


431/2. una

coronata di nespola

frottola che canta l’acqua che scroscia
giù dalla gora:
ho mai avuto ed avrò altra vita che non sia amore?
L’antico mulino sul fiume e il maestro sulla torre,

la gente di questo paese vive la terra


432/3. una,

con il mutare era la verità rimane mentre secoli scorre
ed epoca diviene;
e com’è diafana questa tiepida fertile valle dei mesi dell’anno di aprile!
aspra, fiorita ed azzurra l’alpe, dolce e crudele, la specchia
e l’acqua che scroscia canta la macina che frulla
la farina che cade nel sacco


433/4. una

barzelletta:
io che cammino esisto te
il cerchio variopinto dell’anno che muore e rinasce
il mondo che muore la morte e vive la vita
che primavera, estate, autunno e inverno
prima vera fiorisce su questo sentiero che sgorga da me e da te
e scorre e termina in me e in te, sereno,
il tempo che giovinezza porta alla campagna.

Il fosso scorre, non cambia.


434. caco      
a Celeste

C’è prima

del triste grigio muro; ma dopo c’è l’ultimo frutto
sull’albero privo di foglie maturo
come tanti piccoli tiepidi soli d’autunno.
Giovinezza non è prima e dopo.

Celeste cresce primavera e la vita rinnova.


435. nespola

All’inizio del cerchio. Il poco che basta, lo scricciolo,
novembre che genera aprile
che rinnova primavera che autunno rinnova,
le sempre verdi rive del fosso, il tanto che basta,
né prima né dopo, nespola, capanna, ranuncolo, natura.

.
.

NORDIII/V/II. fucile e tenerezza, villaggio
436. frottola

Vivo la mente del cuore, per poter morire.

Intenda chi intende un uomo per la guerra.
Il telaio tesse la macina che macina
la donna che in cucina canta mentre impasta il pane.
Necessità e virtù è per vivere, non per morire;
e questa capanna è un albero nel bosco che i fratelli alberga.

Vivo il cuore della mente, il fare dell’amore.


437. corniola

Chi cuore non ha, luce e forza neppure;
coraggio,
vivere amore è fare, virtù ed onore.


438. campana

La tua voce è la mia.

Respiro un’aria chiara che vede nella mente amore
un battito sereno del cuore.

La mia voce è la tua.


439. batocchio

Me e te
un cuore un corpo una mente un fare una voce
d’amore, te e me.


440. battaglio

Me e te.
Cuore e mente, noi voce e corpo d’amore.
Te e me.


441. filo

Alla prova del fuoco.

Fare d’amore, luce, mente del cuore,
castagna, nespola, giuggiola, mela di bosco
e ranuncolo in fiore.
Aprile, filiamo l’eterno. Amore regge l’impero

candela di luce, mente del cuore.


442. cruna

La vita sorride la morte
che sorride la vita. Padre.


443. ago

La morte per tutti ha un sorriso,
la vita; madre,
e la vita per tutti ha un sorriso,
la morte
che ha un sorriso per tutti, la vita.


444. fosso

Amore,
il canto del fosso del sangue, il richiamo più antico.

Dovunque lo sguardo arriva la tua voce mi parla,
e odo e vedo noi
trepide e tremule foglie. Fratello e sorella,
amici. Amaro.

Ancora nevica, e c’è vento e non c’è vento.


445. ponticello

Rofelle,
la vita sorride la morte che sorride
le rive fiorite del fosso, la vita.


446. ranuncolo

Il ritmo dei giorni, la melodia delle stagioni.
Mi piaci, sempre e comunque, anche quando arrivi
con i passi felpati dell’inverno che porta primavera …
ranuncolo, come ora.


447. Rofelle

Come le tue stagioni, primavera.

C’è qualcosa di nuovo nel cielo,
nell’erba tranquilla serpeggia sinuosa la biscia.
La poiana è tornata sui monti e nel sereno volteggia
come nelle mani di un bimbo, un aquilone.

Mai la capinera ha respirato un’aria così diafana, nivea, profonda-
mente cilestre;
mai la capra ha brucato un’erba così verde acuto e tenerezza ginepro;
mai il pettirosso ha visto il bosco così nero
e il sentiero così nitido.

Rofelle, ieri e oggi, qui e altrove
mi sfami come il pane che disseta, la sorgente.


448. alba

L’alba tramonta. Balugina l’eterno.
Nell’erba serena la biscia sinuosa serpeggia la poiana sui monti,
tranquilla, nelle mani di un bimbo, un aquilone.
La capinera respira un’aria così diafana profonda mente cilestre
e la capra bruca un’erba così verde ginepro e
il pettirosso vede il bosco così nero e il sentiero così niveo
che nitido il tramonto albeggia
l’aria così chiara e fresca del diafano crepuscolo del silenzio
dell’aspra Marecchia.


449. Rofelle

Ieri, oggi e domani, qui e altrove mi sfami
come il pane che disseta, la sorgente
prima vera per sempre,
chiara, fresca e mite aria del crepuscolo
della voce del silenzio dell’aspra Marecchia.


450. ponte

Non temo, non più. Il ponte è la morte;
e il fiume la morte e la vita.

Rofelle,
vivo come l’eterno fila prima vera per sempre,
il tuo sorriso dal fondo,
la sorgente delle stagioni, passo dopo passo il cammino,
il canto gioia e pianto.
Il ponte è la vita.

Come foglia.
Il fiume è il ponte e il cammino è la vita
e le rive del fosso cantano mentre a valle precipitano.


451. frottola
a Valeria

Ho un anello da regalare e lo do a chi mi pare.

Perché così allegri, passeri?
Sta solo fiorendo la primavera di una terra della vita:
io amo te, Valeria, e a te mi dono
perché più della morte tu sei la vita oltre la morte,
ed oltre quel grigio muro con te dimoro
e con tenerezza verso terra frutti pendo.

Una meraviglia chiamata amore il mio cuore cresce
per poterla a te regalare.


452. giuggiola

Non c’è luce senza ombra,
e mi riempie perché basta
non c’è ombra senza luce.


453. a Emily Dickinson
   a Francesco&Francesca

Quando amore chiese di scegliere fra letteratura e vita,
naturalmente celeste scelse vita;
dopo il volo silenzioso dell’ape laboriosa sui campi di trifoglio in fiore
fu solo dono per noi, purissimo canto.

Giù in basso la poiana ancora l’ascolta
mentre il grillo in alto le intona il contro canto.


454. raganella

Gracida nel silenzio. Ascolta la raganella.

Ciò che vive muore;
scelgo me perché sei te, e il vivo vive e il morto passa.
Ciò che muore vive;
scelgo te perché sei me, e il morto muore e il vivo passa,
gracida nel silenzio la raganella. Ascolta:

più della morte è il cuore.


455. cuore

Scelgo te per me
mentre te
scegli me per te.

456. mottetto

Vivo all’aperto, servo d’amore.
Non c’è più di morte e vita congiunte.
Nel cuore.

La gente della terra vive serena
come alba e tramonto preciso corrisponde.
Candela d’amore.


457. poesiola

Cresciuta alla scuola di natura,
accorta e saggia,
e che meraviglia ora nell’aria!
Colori, forme, odori, sapori, suoni …
tutto s’intona in festa d’amore alla campagna;
e con primavera che ritorna
la gente della terra torna , allegra e vive
fedele nel cuore, alla campagna.

Gelida paura fu l’inverno;
ma ciò che non si può non fare lo fece il canto.

.
.

Al NORD III/V/III. fucile e tenerezza, nevica.
458. nevica

Devo scendere ancora
fino al morso della serpe, alla radice. La mela.

Il pianto di un flauto lontano nel bosco è il vento che canta
io sono una vita e dono la vita;
e sereno nel cuore serpeggiando diviene.

Nevica una bianca campanella di primavera, un fiocco,
un bucaneve grato ai suoi morti, fedele.


459. sentinella

Cammino all’ombra di un cuore passato presente e futuro;
esserci tutto è solo più bello.

Coraggio. Sentinella:
(Macbeth, atto quinto scena quinta).
Mentre stavo di guardia sulla collina guardavo verso Birnam e
d’un tratto il bosco – mi parve – cominciò ad avanzare.

Ora lo vedo perché ora è il mio cuore che impugna la sua penna
che snoda il suo cammino.
E’ la vendetta del mio profondo dolore che cerca la sua strada;
l’ombra del mio cuore, l’ombra dell’ombra che cammina.
Sentinella: all’appello, presente.

Coraggio.
Scrivere con il cuore la propria vita sulla realtà di una pagina bianca.


460. nevica

Ritmo e armonia, indica la stirpe. Fauni e ninfe.

Questo è certo, passa, e finirà.
Il tempo è un uomo onesto, un contadino, lavora la sua terra
calmo, tranquillo e sa aspettare, certo come curva del sentiero.
Nevica, il nespolo in fiore fa ancora la neve,

il canto dell’ape regina di Rofelle, fauni e ninfe.


461. nevica

Il cuore legge il tempo
come paesaggio visto dalla finestra del fuoco.

Terra, vedi il mio profondo dolore? Sangue e morte, fucile e tenerezza. Nevica;
mi avvicino a te, antica Madre, pregandoti di accogliermi alla radice.
Padre, qui nevica
la morte, la più semplice e suprema poesia, la vita.


462. nevica

Nevica.
Il filo finisce quando la morte finisce.

Il pensiero ottenebra la mente quando uccide il cuore,
ma ogni passo è la vittoria sul nemico che per me sono io.
Ritmo e armonia, rivolto verso me cammino
una coltre di amorosi pensieri che il cuore libero in pace
nutre ed alberga.
A Rofelle nevica.


463. nevica

Essere che in te uccidi me alla radice, perso a una patria,
senza una terra e morto a una vita,
la sorgente del mio sangue nevica le parole del mio cuore.
Io sono vivo dove sono me e sono morto dove sono te;
come un albero cresce libertà,
onestà, dignità, rispetto e misura che da me cresce libero il fare.

Conviene, l’utile non il profitto.


464. scarabattola

Nevica. Ciò che conviene è degno,
e la morte continua.
Coltre del cielo sulla terra la neve è la pace del tempo del cuore,
è il tempo di una vita terrena che inizia la sua vita continua.
Padre e madre, perché libero servo d’amore.


465. scarabattola

Vivo d’amore e la vita continua. Da me scorre.

Passo dopo passo invidia brucia mentre onestà è salute
e delle proprie mani frutto.
Il mulino sta laggiù, prucci prucci somarino, portami su.

Il fare di un contadino, coltivare è la luce.


466. nevica

Il mio cuore è la mia terra, l’allegria inizia a camminare.
Mano nella mano, cuore nel cuore, con te
padre, madre, sorella, fratello, amata ed amica, nevica;
e la sentinella vigile s’incanta di fronte al fare fiero della gioventù
che termina la guerra.

Dea bendata, Fortuna non meritata, il tempo della pace è iniziato.
Nevica.

.
.
NORD III/V/IV: fucile e tenerezza, scarabattole e minutaglie
467. fosso

La Marecchia, la terra che chiama.

All’origine di me mi divido in ciò che vive e ciò che muore
e un figlio da te generato dalla sorgente del crinale della zucca
verso la Marecchia scende,  la terra che serpeggiando scorre.

Il fondamento che regge.


468. cascatella

Di cascata in cascata fino alla radice
la tristezza trova la sua forma.

Gente noiosa, snaturata e triste, persi a una terra e morti a una vita …;
e mentre il fosso riprende la sua corsa
il giorno e la notte si chiudono alle sue spalle per sempre.

Il fondamento che regge conduce.


469. primula

Non c’è chi sa, c’è chi con le mani ascolta e trova;
e trovare è fare l’anno che ruota con le stagioni,
immobile, e primavera sempre diviene.

II vero, a te mi sottometto. Fare è creare la strada
che fiorisce primavera, il cuore che inizia a camminare


470. scarabattola

Sulla riva dell’alto albeggia un giorno eterno.

Quando nasco nel boschetto dei faggi su nella zucca
come un’idea della terra sorgo. Sto fermo.
Nell’alba nevica il sole che chiude alle sue spalle il giorno e la notte,
per sempre.

Il giunco d’estate e d’inverno non perde la foglia.


471. mòzzo

Ci sto perché ci sono centrato, a posto;
vado
e sto fermo, da dove vengo ritorno.

 

472. attesa

Non con le mani in mano
non facendo è fare se con la fiducia paziente del tempo
uno sa aspettare.

Sempre la vita dà a un uomo quello che un uomo dà a una vita,
e dalla guerra procede la guerra e dalla pace la pace.

 

473. mottetto

Con il senno del poi,
dopo ogni guerra ognuno conta i suoi morti.

Il cuore ottenebra anche la mente quando uccide anche il pensiero
che può anche ottenebrare il cuore.


474. specchio

Una capra, non pascola con le pecore, selvatica.
Chiedere al perfido il cuore è come chiedere a un cieco il vedere
il cielo per la terra e la terra per il cielo.

La luce vede anche le tenebre.


475. sciocchezzuola

Anche le tenebre vedono, la luce.
“Morto a una terra, perso a una patria e senza una meta,
un nemico è un fratello dovunque straniero”,
nevica sul tetto acuto della mia verde tomba;
e mentre bruco me a te mi sottometto perché ti scelgo, amore,

e la mente indica il pensiero mentre il cuore cammina.


476. verdone

Cardellino selvatico sulla fratta del fondo del prato
verde come foglia di rovo.
“Vita mia, tu sei la mia figura, la mia misura”,
una vita inizia a cantare;
ritmo e armonia; e la neve mentre cade si scioglie
in rigagnolo, farfara, croco e ranuncolo in fiore,

e mai vedrà chi non vive d’amore.


477. mottetto

Ogni albero è la foresta
ma la foresta non è un albero.


478. pertugio

Muoio sognando e mi sveglio di qua:
umanità,
mi sveglio morendo e mi addormento di là.


479. nocciòlo

Condotto a compimento, giusto e perfetto,
un uomo che una terra come un albero cresce.


480. a Emily

Camminare lento, preciso, fra cielo e terra assorto
fidando nella gratitudine della luce,
questa è l’esile traccia del sentieruccolo che seguirò
come potrò, fino a che potrò;

e domani sarà una quercia se potrà.

481. incontro              a Scardanelli

Buon giorno, uomo buono, come sta?”
“Soli per ciascuno è impossibile;
ma come uomini e donne in compagnia amici vanno.”
Esistono qui entrambi?
c’è qui nell’orto un albero che i propri frutti penda?

Piove sui verdi pascoli di Europa,
l’acqua è gelida e il torrente è un rivolo di gelo.
Un cucciolo trema e non sa cosa fare;
amata, patria mia, non so dove andare.

Fratello nella torre alta del mulino, che fare?


482. frottola

Come primavera fiorisce un sentiero,
amata, se non ora, quando?
Un uomo e una donna sono entrambi la sorgente
e la terra d’una vita che inizia a camminare.

Amata, se non ora, quando?


483. mozzo

Più giù la nera terra, più su il sereno;
nel mezzo, il mozzo
né alto né basso, nel suo centro,

una capanna, d’estate e d’inverno.


484. scarabattola

Macina e setaccio.
Lo vedo se lo faccio e lo faccio se lo vedo.

Quassù al mulino il tempo macina e il tempo setaccia:
ciò che passa è farina, ciò che rimane crusca.


485. orizzonte

Il sonno e il sogno camminano con il sole sempre più in là
oltre l’ultimo monte dietro il quale tramonta;
e così passa la notte fino a che una creatura apre gli occhi alla luce
e il sole risorge e una montagna risorge.


486. poesiola

Vedere te
è il cammino della pallida luna
e della chiara luce delle amiche stelle lontane,
ed è l’arco della splendida ruota del carro del sole
e il corso delle allegre e dolenti instancabili ore;

e giorno e notte l’un l’altro s’inseguono e compongono un giorno
ed il filo dei giorni compone un anno di quattro stagioni.


487. frottola
          a Diddo

Un contadino affila la falce.
Canta il violino. Mela, rosa di bosco
e credenza
dove la gente si conserva il cibo.

Il tempo si misura a eternità.


488. lepre

Ci vogliono occhi accorti
per vedere le orecchie della lepre fra la falasca
mentre inizia a crescere l’ombra.

La mafia controlla quasi tutta la città.


489. frottola

Se sono morto,
perché non muore un morto?

Mi radico in me
e mentre vedo te presente e viva
come un fosso creato da natura serpeggi
e sul fondo della valle scorri.

Uccido? Chi uccide è morto.
Quando nacqui l’acqua era neve.


490. unguento

Sorgente del rio buono. Nevica.

Madre del cielo e della terra,
madre natura,
padre del cielo e della terra,
padre natura,
gratitudine e pietà è la morte e la vita,

l’unguento da spalmare sulla ferita.