i poeti e le loro poesie

Deserto in luce

Ernesta Seghetti

Gli occhi della notte

Se solo l’arsura si calmasse
se il freddo che ho dentro mi lasciasse
t’aprirei la porta scalza
e con gli occhi della notte
accoglierei il tuo richiamo.
Quando la fame di verità cresce
si raccolgono i viandanti dispersi
e un lievito speciale
nutre l’aridità dei ricordi
protegge dal disorientamento
e con la speranza del perdono
piangendo vengo da te.

Profumo dimenticato

Dov’è il profumo di girasoli
in questo tinello dalle tinte pesca
dove s’è consumato tutto quel colore
che riempiva la tua vita.
Ora scovo cicche anonime
in vasi abbandonati
e i fiori e i frutti maturano silenti
non più occhi e palati
se ne deliziano.
Odo il tuo grido sempre più afono
ne mimo la disperazione
mentre cielo e angeli
regalano indifferenza
o forse il mistero dell’eterno.
Le stelle non s’accendono
l’opaca luna mi deride e scappa via
fiumi e torrenti sfidano leggi di gravità
e si nascondono in sorgenti bollenti.
Un mondo a soqquadro
dove nullo è il senso
vana la logica
fatica sprecata l’amore,
un caos che non offre riposo.

Ordine e giustizia

Ho bisogno di questo silenzio
tenermi in disparte
nascondermi e mimetizzarmi
tra foglie di tabacco e girasoli.

In questo calmo vibrare della natura
riconosco ordine e giustizia
mi lascio cullare dalla vita che bussa di nuovo
assaporo le pause e le attese
mi cullo all’ombra del castagno.

La fiammella

Se sapessi affondare le dita nell’anima
come l’ancora fa nella sabbia
rimuovere i dolori dalla carne e dalla mente
dipingere il foglio nuovamente di bianco,
se sapessi come il vino ammansire i rancori
carezzare la rabbia
levigare dolcemente il passato e farne futuro,
la musica mi assorderebbe…
Ma gli angeli hanno smesso di suonare
la melodia che non odo mi spaventa
con soffio timido alimento la fiammella
nella speranza che anche tu la senta.

La fiaba dell’alba

Il gufo è tornato con le stelle
a ricordarmi che anch’io
posso vedere più chiaro nelle tenebre
se spengo i motori del mondo
se faccio buio nelle mie certezze.

Strati sovrapposti di paesaggi fiabeschi
si nascondono per gioco tra cumuli di nebbie.
Che buon momento l’alba
per attendere promesse!

La vita si scopre lentamente
come le cime di queste colline.
Durante il silenzio degli uomini
la vita urla più forte
e i richiami delle sue creature
li traduco in passi da calcare.

Nella valle del Sovara
cinguettano dai primi rami assolati
come ghiandaia dei boschi
imito le loro voci che invocano speranza.

In viaggio

Sono in viaggio e parlo meno
ascolto il cuore che si apre e si contrae
accoglie e lascia andare
solo ora mi accorgo di come tutto
sia ancora meravigliosamente possibile.
Ascolto il mio battito
invito a sentirti
nei giorni di burrasca
ti invoco nel riposo
e provo a non confondermi
con strade pittoresche.

Il succo della vita

Mi nutro di bacche
di piccole cose
assaporo il breve succo della vita
nelle sue brevi meravigliose manifestazioni.

I pensieri
Sono qui
io e la mia solitudine,
il silenzio mi accoglie,
io faccio altrettanto.
Lo assaporo,
lascio che mi entri nei pori,
me ne nutro
lo accetto, lo conosco,
lascio che faccia emergere i pensieri,
i più tristi, necessari,
quelli che spaventano.
Aspetto che qualcosa si muova…
la lavastoviglie fa il suo ciclo serale,
il mio cane ha perduto qualcosa…
anche noi tutti.