i poeti della Valtiberina

Giuseppe Collacchioni (Pieve Santo Stefano)

da Come dipinti contemplati al crepuscolo

Era un cammino di morte

Vidi il tuo letto
allargarsi nel mare informe
e non udii più il tuo canto
rullante sopra i ciottoli.
Il brio delle cascate s’era spento.
L’invitante pendio
corso dalle tue risate
era un cammino di morte.

Ricordo
A Daria L.

Per le salite di stanchi sentieri
mi piace rincorrere
il profumo della tua voce
che riposa ancora
sulle accennanti vette dei pini.
Solitario
ascolto l’ultima nota di una canzone
ormai confusa col sogno del piccolo fiume
assopito in una coltre di muschio.

Rimani

I minuti leggeri
si fermano sulle foglie;
discendono alla sera
e si posano per noi
nelle ore soffici che ci sfiorano.
Rimani, rimani
e accetta in dono questo silenzio
che sale per noi dalle valli
con l’ampio respiro della notte.

Canto del viandante

Il cielo è il mio tetto
e le mie stanze
son questi campi
erbosi ai margini.
Camminerò
per i lunghi corridoi assolati
della mia dimora.

Attimi

Attimi
notturno vagare di lucciole incoscienti.
Passato
fatto di fotografie appese qua e là.
Saggezza e pazzia
scozzate in questo buffo mazzo di carte.

Boschi

Vuoto d’alberi caduti
le fronde nuove sussurrano parole
che non so capire.

Viene la notte

Viene la notte
come una gran nave
dalle vele di lutto
che scivola
sulle ondeggianti creste
delle colline.
A larghe bracciate
vien seminato il silenzio.

La leggenda del mondo

Gli alberi spuntarono dalla terra
e si vestirono di verde
e gli animali
si alzarono e si nascosero nei boschi;
le foreste alitarono
e il mare
s’increspo’ nella lotta con gli scogli.
Il mondo andò nella notte
in cerca del sole.